Domanda scomoda tu poni, amico
che di questo viaggio sì sudato
la rotta non perdiamo
e ce ne compiacciamo.
Mai di questa
cosa più cruciale fu già detta
e di certo risposta non rifuggo;
ché lo mio spirito sempre molesta.
Altrui approvazione non dimando,
ma in su la mia onestà confido,
sempre ligio al mio desio.
E allora, mio collega, cosa fare
se colei che conforto ti donava
mortal pericolo ravvisar non sa?
Aspettare e pregare,
e più rimuginare.
And still a friend when darkness comes.
Etereo sei, ignudo, fluido;
come fiume in piena
scorri; nulla ti deve mai placar.
Ma tu stagni! T'incanali,
e marcisci. A cosa ti giova?
Perché tanto sudore
sparso? E perché cotante lagrime
vane vai versando
se tu e tu soltanto
del tuo mal cagione stolta sei?
Orbene, adesso ascolta!
Di esser te stesso e restar molle mai,
Mai devi rinunciare.
Ché qui, sappi, il Tempo è vile assai.
Nessun ripensamento,
Né titubanza, né remora, o sonno.
Pietà niuna concede e giammai s'arresta.
Non puoi, invero, non puoi, amico!
Meglio sarebbe perir
come Icaro librandosi, liberi
nell'aure, che asfissiare
in ques
Lo specchio di cristallo
mi sussurra parole sgradevoli
e non capisco
se è la vanità che parla
o una lancinante illusione
Illusione e delusione
in uno sforzo di decisione
Fragile ed eterea
come una bambola di vetro
Se solo potessi negare quello che sento
penso
È un tormento!
Le Muse applaudono
si compiacciono
della mia sofferenza
tetra e nobile
Un brandello di risolutezza
Anche questa è vanità
Chiedo lumi
o solo un po' di Ristoro
Industriosità alla mia sinistra
Un ronzio disperato: tarli in ritirata
e la mente sospira di sollievo
Vastità, libertà preclusa
alla mia destra
Dimmi, Mare
è forse un miraggio di condivisione il tuo?
Forse solo anelo di vita e PACE
I tuoi flutti mi chiamano
sogno di solcare le onde
di salpare
oltre l'orizzonte
Gli occhi della mia Itaca
mi sorridono
Mi scuotono
le pesanti coperte di una fosca notte
Son desto ma
intorpidita
Da una precarietà muta
la mia anima giace
Uccelli rapaci mi guidano
un acre odore seguo
un sapore mellifluo
cerco
una via di fuga
Finalmente qui!
Ma ecco che
grigie mura
ridono di me
È una trappola
di cenere
E un bambino si succhia il pollice
Voce di donna sbiadita
su di una tela granitica
che abbandonare non so
e non oso
Io, pittore di Strada
senza colori vago
Mi perdo
in un profumo malinconico e beato
Sa di rugiada e di sesso
Se sono triste
rido
Se sono gioioso
piango
Ma ancora troppo spesso
vomito
Tu che ora sei
L'unica mia compagna
sei anche colei che l'ha
strappata al mio petto!
Voglio rinnegarti
Quanto straziante, è la notte
quando fissi
un soffitto sconosciuto
Sferza la pioggia
fuori
È donna viziata
ora strepita
ora sussurra
E io qui
dentro
in balia di una bonaccia
Si fa temere
ma io qui
riesco solo ad ammirare
È volubile il Destino
Mi guida il tuo profumo e mi prende
per mano, mi sorride amabilmente
Dispettoso solletica il mio corpo
Tregua non concede e non imploro
Sa di terra bagnata, di sereno
Porta con sé un leggero aroma
Di luoghi banditi a festa
dove che piova o batta il sole
tutti insieme si canta e si danza
il mio cuore esala alla vista
un sospiro e si perde cullato
si scioglie come fa il ferro fuso
prende la forma del mondo intorno
un mondo che in dono mi hai dato
e che ora custodisco geloso
Ecco, la mente si imbarca, salpa
lungi, per terre piene di cose
da fare, con te come mia compagna
Gente da incontrare e con loro
parlare, con te come mia compagna
Posti
Aggrappato ad una fragile roccia
vivo
Etereo in questa burrasca
un insistente ALITO
di precarietà
Mi perseguita
Può un sorriso proteggermi?
Desidero
Voglio
Accetto
Trasformo
Creo
Mi delizio di vita
e finalmente
cesso
di tremare.
Domanda scomoda tu poni, amico
che di questo viaggio sì sudato
la rotta non perdiamo
e ce ne compiacciamo.
Mai di questa
cosa più cruciale fu già detta
e di certo risposta non rifuggo;
ché lo mio spirito sempre molesta.
Altrui approvazione non dimando,
ma in su la mia onestà confido,
sempre ligio al mio desio.
E allora, mio collega, cosa fare
se colei che conforto ti donava
mortal pericolo ravvisar non sa?
Aspettare e pregare,
e più rimuginare.
And still a friend when darkness comes.
Etereo sei, ignudo, fluido;
come fiume in piena
scorri; nulla ti deve mai placar.
Ma tu stagni! T'incanali,
e marcisci. A cosa ti giova?
Perché tanto sudore
sparso? E perché cotante lagrime
vane vai versando
se tu e tu soltanto
del tuo mal cagione stolta sei?
Orbene, adesso ascolta!
Di esser te stesso e restar molle mai,
Mai devi rinunciare.
Ché qui, sappi, il Tempo è vile assai.
Nessun ripensamento,
Né titubanza, né remora, o sonno.
Pietà niuna concede e giammai s'arresta.
Non puoi, invero, non puoi, amico!
Meglio sarebbe perir
come Icaro librandosi, liberi
nell'aure, che asfissiare
in ques
Lo specchio di cristallo
mi sussurra parole sgradevoli
e non capisco
se è la vanità che parla
o una lancinante illusione
Illusione e delusione
in uno sforzo di decisione
Fragile ed eterea
come una bambola di vetro
Se solo potessi negare quello che sento
penso
È un tormento!
Le Muse applaudono
si compiacciono
della mia sofferenza
tetra e nobile
Un brandello di risolutezza
Anche questa è vanità
Chiedo lumi
o solo un po' di Ristoro
Industriosità alla mia sinistra
Un ronzio disperato: tarli in ritirata
e la mente sospira di sollievo
Vastità, libertà preclusa
alla mia destra
Dimmi, Mare
è forse un miraggio di condivisione il tuo?
Forse solo anelo di vita e PACE
I tuoi flutti mi chiamano
sogno di solcare le onde
di salpare
oltre l'orizzonte
Gli occhi della mia Itaca
mi sorridono
Mi scuotono
le pesanti coperte di una fosca notte
Son desto ma
intorpidita
Da una precarietà muta
la mia anima giace
Uccelli rapaci mi guidano
un acre odore seguo
un sapore mellifluo
cerco
una via di fuga
Finalmente qui!
Ma ecco che
grigie mura
ridono di me
È una trappola
di cenere
E un bambino si succhia il pollice
Voce di donna sbiadita
su di una tela granitica
che abbandonare non so
e non oso
Io, pittore di Strada
senza colori vago
Mi perdo
in un profumo malinconico e beato
Sa di rugiada e di sesso
Se sono triste
rido
Se sono gioioso
piango
Ma ancora troppo spesso
vomito
Tu che ora sei
L'unica mia compagna
sei anche colei che l'ha
strappata al mio petto!
Voglio rinnegarti
Quanto straziante, è la notte
quando fissi
un soffitto sconosciuto
Sferza la pioggia
fuori
È donna viziata
ora strepita
ora sussurra
E io qui
dentro
in balia di una bonaccia
Si fa temere
ma io qui
riesco solo ad ammirare
È volubile il Destino
Mi guida il tuo profumo e mi prende
per mano, mi sorride amabilmente
Dispettoso solletica il mio corpo
Tregua non concede e non imploro
Sa di terra bagnata, di sereno
Porta con sé un leggero aroma
Di luoghi banditi a festa
dove che piova o batta il sole
tutti insieme si canta e si danza
il mio cuore esala alla vista
un sospiro e si perde cullato
si scioglie come fa il ferro fuso
prende la forma del mondo intorno
un mondo che in dono mi hai dato
e che ora custodisco geloso
Ecco, la mente si imbarca, salpa
lungi, per terre piene di cose
da fare, con te come mia compagna
Gente da incontrare e con loro
parlare, con te come mia compagna
Posti
Aggrappato ad una fragile roccia
vivo
Etereo in questa burrasca
un insistente ALITO
di precarietà
Mi perseguita
Può un sorriso proteggermi?
Desidero
Voglio
Accetto
Trasformo
Creo
Mi delizio di vita
e finalmente
cesso
di tremare.
Mi piace proprio il ritmo che i versi hanno seguendo questa metrica...
L'ho sempre paragonata nella mia mente ad una prigione e prediletto istintivamente i versi liberi, ma mi sono dovuto ricredere (come mille altre volte per mille altre cose nella mia vita xD)